"E' arrivata proprio ora la risposta ufficiale alla nostra interrogazione prioritaria sulla questione legata agli inceneritori" - dice Marco Affronte, che si era occupato della procedura di investigazione a carico dell'Italia già due mesi fa - "e il Commissario Karmenu Vella conferma quanto anticipatoci in via informale lo scorso mese dalla Direzione Generale Ambiente: l'Italia s'è impegnata a modificare il fattore di correzione climatico della formula di efficienza energetica, o verrà aperta nei nostri confronti una procedura di infrazione. La procedura" - ricorda Affronte - "porterà ad una multa, la cui consistenza la Commissione oggi non è in grado di stabilire. Le tempistiche sono ristrette: a breve la Commissione pubblicherà una direttiva cui attenersi per il fattore di correzione. Se non dovesse adeguarvisi, l'Italia entrerebbe in infrazione. Ricordiamo che i vari Governi che si sono succeduti da tre anni a questa parte stanno facendo di tutti per farci multare: alla fine del 2014 l’Europa ha comunicato al Governo italiano che il correttivo climatico applicato per classificare gli inceneritori di rifiuti come valorizzatori di energia (da D10 – smaltimento – a R1 – recupero -) non erano conformi a quelli della Direttiva europea. L’Italia aveva stabilito tali parametri per Decreto nel 2013: con questi calcoli divergenti il Paese s’era assicurato un illecito vantaggio competitivo rispetto agli altri inceneritori europei. In seguito a tale comunicazione UE l’Italia avrebbe dovuto, nei primi mesi del 2015, abrogare quel Decreto e sostituirlo o modificarlo, adeguando le formule a quelle europee pena, appunto, l’attivazione di procedura d’infrazione. Nonostante le dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente Galletti, in pieno stile-annuncio, il Governo non ha fatto niente di tutto ciò e, anzi, con l’Art 35 del D.L. (il famigerato “Sblocca Italia“) ha consentito i cambi di classificazione degli inceneritori in modo non rispettoso delle direttive, in particolare dell’articolo 3.15 dell’Allegato II alla Direttiva Rifiuti del 2008. Questo" - spiega Affronte - "ha aperto, da parte dei gestori, la caccia all'aumento del tonnellaggio da bruciare per approfittare di questa imperfezione normativa. Gli inceneritori di Ugozzolo e di Forlì, gestiti da Iren ed Hera, hanno già chiesto l'avvio delle procedure di VIA per poter importare rifiuti. Decine di migliaia di tonnellate pronte ad inquinare la nostra aria e attentare alla salute dei cittadini. Per manifestare la nostra netta contrarietà a queste richieste assurde, vi ricordo che saremo l'11 luglio a Parma al corteo #NessunDorma convocato dal Sindaco Federico Pizzarotti. Parma è un caso emblematico, ma in tutta Italia è giusto opporsi a queste richieste, tanto più che la normativa sta per cambiare."