Conferenza stampa degli avvocati Pietro De Angelis e Arrigo Allegri, da anni impegnati nella battaglia contro l'inceneritore, sul tema dell'ampliamento del forno di Ugozzolo.
“La richiesta di Iren depositata in Provincia di incrementare la potenzialità dell'impianto da 130.000 tonnellate/anno a 195.000 è inaccettabile – dichiara De Angelis – visto che aumenterebbe l'inquinamento in una città che ha già la qualità dell'aria peggiore d'Italia, ben oltre i limiti di legge. Inoltre nella zona adiacente all'inceneritore vi operano migliaia di lavoratori, vi sono quartieri abitativi, due grandi industrie (Barilla Chiesi) e due grandi centri commerciali (Ikea e Parma Retail). Chiediamo inoltre al sindaco di Parma di installare una centralina di rilevazione del Pm10 in prossimità dell'impianto e non solo in Cittadella e in via Montebello.
E' lo stesso articolo 35 dello Sblocca Italia citato di Iren che impone il rispetto dei parametri della qualità dell'aria, ed è quindi lo stesso articolo a imporre il rigetto della richiesta.
Affermare che l'aumento dell'inceneritore non peggiora la qualità dell'aria è un'assurdità che non crederebbe neanche un bambino, e speriamo che Iren non la porti avanti perché sarebbe estremamente squalificante per l'azienda. Per tanto ieri abbiamo depositato in Provincia una formale diffida al presidente Fritelli ad autorizzare l'ampliamento dell'impianto. Credo che il buon senso prevarrà e che Fritelli non arriverà a quella decisione, ma visti i tantissimi interessi in campo è bene che sappia che qualora lo autorizzasse verrà perseguito per vie giudiziarie.
Ma c'è di più, l'attuale autorizzazione dell'inceneritore prevedeva la realizzazione di un PAI (Polo Ambientale Integrato) composto da tre parti: la parte A riguardate un area di stoccaggio, la parte B che sarebbe un impianto di trattamento meccanico-biologioco dei rifiuti e la parte C ovvero il termovalorizzatore. Ad oggi è stato realizzato solo il termovalorizzatore. Pertanto chiediamo al sindaco di Parma Pizzarotti di accertare se il certificato di conformità costruttiva rilasciato è coerente con il progetto originario e, qualora non sussistano i presupposti del rilascio di detto certificato, di provvedere alla chiusura dell'impianto entro e non oltre 15 giorni. Al presidente della Provincia invece chiediamo la revoca dell'attuale AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) posto che non sono stati realizzati gli indispensabili impianti preliminari (A e B) del PAI, presupposto essenziale per l'esercizio del termovalorizzatore, entro e non oltre 60 giorni. Anche in questi ultimi casi ci riserviamo di agire giudiziariamente in ottemperanza alle istanze presentate”.
“La richiesta di Iren depositata in Provincia di incrementare la potenzialità dell'impianto da 130.000 tonnellate/anno a 195.000 è inaccettabile – dichiara De Angelis – visto che aumenterebbe l'inquinamento in una città che ha già la qualità dell'aria peggiore d'Italia, ben oltre i limiti di legge. Inoltre nella zona adiacente all'inceneritore vi operano migliaia di lavoratori, vi sono quartieri abitativi, due grandi industrie (Barilla Chiesi) e due grandi centri commerciali (Ikea e Parma Retail). Chiediamo inoltre al sindaco di Parma di installare una centralina di rilevazione del Pm10 in prossimità dell'impianto e non solo in Cittadella e in via Montebello.
E' lo stesso articolo 35 dello Sblocca Italia citato di Iren che impone il rispetto dei parametri della qualità dell'aria, ed è quindi lo stesso articolo a imporre il rigetto della richiesta.
Affermare che l'aumento dell'inceneritore non peggiora la qualità dell'aria è un'assurdità che non crederebbe neanche un bambino, e speriamo che Iren non la porti avanti perché sarebbe estremamente squalificante per l'azienda. Per tanto ieri abbiamo depositato in Provincia una formale diffida al presidente Fritelli ad autorizzare l'ampliamento dell'impianto. Credo che il buon senso prevarrà e che Fritelli non arriverà a quella decisione, ma visti i tantissimi interessi in campo è bene che sappia che qualora lo autorizzasse verrà perseguito per vie giudiziarie.
Ma c'è di più, l'attuale autorizzazione dell'inceneritore prevedeva la realizzazione di un PAI (Polo Ambientale Integrato) composto da tre parti: la parte A riguardate un area di stoccaggio, la parte B che sarebbe un impianto di trattamento meccanico-biologioco dei rifiuti e la parte C ovvero il termovalorizzatore. Ad oggi è stato realizzato solo il termovalorizzatore. Pertanto chiediamo al sindaco di Parma Pizzarotti di accertare se il certificato di conformità costruttiva rilasciato è coerente con il progetto originario e, qualora non sussistano i presupposti del rilascio di detto certificato, di provvedere alla chiusura dell'impianto entro e non oltre 15 giorni. Al presidente della Provincia invece chiediamo la revoca dell'attuale AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) posto che non sono stati realizzati gli indispensabili impianti preliminari (A e B) del PAI, presupposto essenziale per l'esercizio del termovalorizzatore, entro e non oltre 60 giorni. Anche in questi ultimi casi ci riserviamo di agire giudiziariamente in ottemperanza alle istanze presentate”.